Storia e tradizione dell'azienda Monfeli di Caprarola, Viterbo
Nei nostri paesi, come nelle migliori tradizioni popolari, per secoli è stata tramandata l’usanza di associare un soprannome ad ogni famiglia o individuo; questo aspetto permetteva di superare i limiti di omonimia dovuti a cognomi fin troppo ‘comuni’ nel paese perché costituiti da famiglie molto numerose. Spesso, il soprannome era invece connaturato a quello che la gente faceva o voleva o anche ai propri difetti.
Ancora oggi, gli anziani chiedono ai giovani “o Nì, de chi si fìo?” (di chi sei figlio?) e non appena viene svelato il soprannome ritorna la fama e il ricordo di almeno tre generazioni. Ogni bambino ha quindi alle spalle almeno trecento anni di storia, alcune volte paga per colpe non sue o riceve gesti di stima solo perché perpetua felici ricordi di belle persone.
La nostra famiglia tramanda felicemente due soprannomi: uno è quello che viene da parte paterna da nonno Nello Monfeli, ovvero “‘Nzalataro”, che la dice lunga sulla storica discendenza di agricoltori e ortolani con cui ha fatto crescere, insieme a nonna Maria, quattro figli e dieci nipoti; da parte materna abbiamo ereditato invece il soprannome di “Magnaterra”, che indica allo stesso modo la passione e l’attaccamento al lavoro della terra di Nonno Guido e Nonna Annetta.
La nostra identità è fatta dei valori che ci hanno sempre accompagnati: il lavoro e la passione per l’agricoltura.
L’estasi nel gustare i nostri prodotti, l’amarezza di qualche scelta rivelatasi sbagliata, lo stringere i denti nei momenti di magra o di stanchezza, e la speranza che sorgeva nel vederci crescere come azienda e come esperienza personale.
La gioia di vedere che le cose, nonostante gli ostacoli, andavano nella direzione giusta.
E parlando di me che sono l’ultimo arrivato, ho passato molto tempo respirando, giocando, crescendo sotto le fronde dei noccioleti o in mezzo ai filari del frutteto.
Lavorando a tempo pieno nella azienda familiare e in altre aziende mi sono stati trasmessi negli anni molti concetti sulla pratica, sul come e sul perché alla base di certe decisioni e soluzioni, ma in cuor mio rimaneva ancora qualche dubbio; per questo motivo ho deciso di dedicare tre anni , indimenticabili, a studiare scienze e biotecnologie agrarie all’università della Tuscia, e ciò si è rivelata una buona scelta perché credo che dall’unione della teoria e pratica si possa creare una solida base di partenza per il futuro dell’azienda.
Questa è la missione che abbiamo abbracciato: seguire le orme dei nostri genitori e l’amore da essi trasmesso, ma con un occhio al futuro e alle importanti innovazioni che sono susseguite negli anni per rispettare sempre di più l’ambiente in primis e quindi, indirettamente, anche noi stessi.
